Un interessante esempio del “dietro le quinte” del processo di modellazione della lamiera.
Ottobre 2018
In Brandoli accade spesso di creare ricambi personalizzati.
I nostri Clienti apprezzano la precisione e la competenza con cui realizziamo le parti complesse di carrozzeria: due aspetti che semplificano le operazioni di montaggio.
Per questo abbiamo deciso di condividere qualche foto che riguarda uno dei tanti casi di cui ci siamo occupati recentemente alla Brandoli: la produzione manuale della porzione posteriore di una Ferrari Dino 246 GT.
Un caso interessante per scoprire alcuni aspetti del “dietro alle quinte” del processo di modellazione della lamiera che un laboratorio di restauro come il nostro gestisce ogni giorno.
Foto: il pannello posteriore in lavorazione.
Punto zero: quale attrezzatura serve?
L’attrezzatura per creare una carrozzeria, sia essa completa o parziale, è il manichino in scala 1:1.
È dal manichino (chiamato anche “filone”) che in Carrozzeria Scaglietti e in altre officine dell’epoca venivano create le scocche che noi oggi restauriamo.
E sul manichino si basavano anche le successive riparazioni.
Questa attrezzatura per noi è come un libro: ci racconta dove sono le curvature, come sono fatte, ci racconta fino a che punto dobbiamo piegare la lamiera.
Qual è il segreto, allora?
Bisogna sapere interpretare le curve.
Foto: Egidio Brandoli lavora insieme al suo collaboratore alla creazione del parafango laterale.
La modellazione della lamiera
Entriamo nel vivo della modellazione della lamiera, che possiamo riassumere in 5 fasi fondamentali:
- L’utilizzo delle dime per sagomare i fogli di lamiera.
- La vera modellazione manuale della lamiera, con martelli diversi e pinze.
- La spianatura con il maglio “a mano libera”, che conferisce alle lamiere preformate una superficie liscia.
- L’assemblaggio dei diversi lamierati, che compongono la porzione posteriore del veicolo, usando la tecnica della saldatura ossiacetilenica con il cannello.
- E la finitura, fase indispensabile per completare ogni porzione di carrozzeria.
L’insieme delle nostre attrezzature (il manichino, le dime, la piegatrice e i vari martelli) costituisce il patrimonio tecnico e culturale imprescindibile, che ci consente di costruire un ricambio come questo della Dino 246 GT.
Ma tutto questo sarebbe nulla senza l’esperienza.
Quell’esperienza fatta di sensibile manualità, di cura ossessiva del dettaglio che si acquisisce negli anni e che le persone accrescono ogni giorno lavorando insieme.
Come noi, in Brandoli, abbiamo imparato a fare.
Roberto Brandoli
Foto: il ricambio della Dino 246 GT completato e il manichino utilizzato come strumentazione.
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